In un anno di vita di BNV ci siamo più volte imbattuti nello scetticismo legato al fatto che la nonviolenza possa essere una valida forma di opposizione alla violenza che imperversa nel mondo, in ogni campo dell’agire umano.
Molti ragazzi con i quali abbiamo avuto modo di parlare, non percepiscono la violenza come un fenomeno al plurale, ma lo associano specificamente alla violenza fisica. Si tratta spesso di una visione che noi consideriamo “periferica” del problema che in realtà ha una portata ben più ampia.
Probabilmente esiste anche un’altra chiave di lettura. La nostra società è talmente intrisa di violenza che diviene sempre più difficile identificarla.
Probabilmente, esiste anche una sorta di schermo protettivo da indossare quando diventa troppo difficile fare i conti con quanto quotidianamente ci dice che la violenza esiste e la sua portata è di dimensioni immense. Un po’ l’atteggiamento del “occhio non vede, cuore non duole”.
Riguardo la nonviolenza attiva come arma di cambiamento, la storie del mondo e le storie di tante persone, indicano che si tratta di un percorso valido. Insegnano che non si tratta di passività; che essere nonviolenti non significa accettare la violenza “porgendo l’altra guancia” ma agire concretamente in modo che le risposte nonviolente alla violenza siano sempre maggiori.
Noi percepiamo tanta violenza e siamo convinti che solo un approccio nonviolento alla violenza possa cambiare realmente le sorti del mondo.
Molti ragazzi con i quali abbiamo avuto modo di parlare, non percepiscono la violenza come un fenomeno al plurale, ma lo associano specificamente alla violenza fisica. Si tratta spesso di una visione che noi consideriamo “periferica” del problema che in realtà ha una portata ben più ampia.
Probabilmente esiste anche un’altra chiave di lettura. La nostra società è talmente intrisa di violenza che diviene sempre più difficile identificarla.
Probabilmente, esiste anche una sorta di schermo protettivo da indossare quando diventa troppo difficile fare i conti con quanto quotidianamente ci dice che la violenza esiste e la sua portata è di dimensioni immense. Un po’ l’atteggiamento del “occhio non vede, cuore non duole”.
Riguardo la nonviolenza attiva come arma di cambiamento, la storie del mondo e le storie di tante persone, indicano che si tratta di un percorso valido. Insegnano che non si tratta di passività; che essere nonviolenti non significa accettare la violenza “porgendo l’altra guancia” ma agire concretamente in modo che le risposte nonviolente alla violenza siano sempre maggiori.
Noi percepiamo tanta violenza e siamo convinti che solo un approccio nonviolento alla violenza possa cambiare realmente le sorti del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento