venerdì 30 novembre 2007

TEST-ATE NONVIOLENTE:)




Buongiorno a tutti!
La nostra mappa svela che il blog viene visitato da ogni parte del mondo e il fatto ci piace assai perchè il tema della nonviolenza non ha una capitale, non è qualcosa che appartenga ad una nazione piuttosto che ad un'altra, ma è qualcosa in costante movimento, da una parte all'altra dell'Oceano, comprendente i più vasti Occidenti ed Orienti. Grazie a tutti dell'attenzione e un grazie ad internet che ci permette questa diffusione e partecipazione globale.

Abbiamo anche notato che i nostri lettori sono un poco "timidonzi" e in parte restii a lasciarci commenti, mentre il test proposto sul bullismo ha riscosso un certo "successo" di voti.
Perciò, via! Due nuove Test-ate NonViolente per voi!
Qui affianco vi chiediamo di indicarci tramite quale canale siate venuti a conoscenza dell'esistenza del Coordinamento per la NonViolenza (che per noi è molto importante in quanto, tramite le vostre risposte, saremo capaci di indirizzare meglio le nostre prossime attività concentrandoci su un canale di diffusione piuttosto che su un altro) e se abbiate mai subito violenza, sotto una delle sue molteplici forme (siamo infatti abituati a considerare generalmente la violenza come un atto principalmente fisico ma la realtà è che essa si è appropriata tristemente del potere di agire nei più diversi campi personali e sociali e dunque, anche, psicologicamente, sessualmente, razzialmente ed economicamente).
I test sono assolutamente anonimi e potete selezionare più risposte contemporaneamente.
A presto!

giovedì 29 novembre 2007

ALLARME VIOLENZA NELLE SCUOLE.


Nuovi sconcertanti e sempre più preoccupanti casi di bullismo nelle scuole superiori.
Le ultime notizie giungono da Lecce, dove un ragazzo down è stato costretto a denudarsi e masturbarsi mentre sette dei suoi compagni lo riprendevano con il videofonino, e da Finale Ligure, dove tre quattordicenni hanno scritto "gay" e disegnato una svastica sul corpo di un compagno durante l'ora di religione.
Non si può certo rimanere indifferenti nei confronti di quello che si presenta, sempre più, come un fenomeno diffuso e in continua diffusione. L'emergere di sempre nuovi casi di violenza all'interno delle scuole è quantomai allarmante sia perchè interessa una fascia d'età estremamente vulnerabile e bisognosa in generale di una particolare protezione, sia perchè riguarda un ambiente che, almeno sulla carta, dovrebbe essere uno tra i più sicuri.
Per questo motivo abbiamo dato vita ad una serie di laboratori sulla nonviolenza nelle scuole superiori bolognesi a partire da gennaio 2008.
A questo proposito invitiamo studenti, fratelli, genitori e amici a contattarci qualora volessero segnalarci un caso o una scuola nella quale avrebbero piacere ci attivassimo con i nostri laboratori.

Visto che il tema ci sta particolarmente a cuore, vi proponiamo, qui affianco anche un piccolo sondaggio anonimo sul bullismo.
Grazie a tutti.

APPASSIONATI DI FOTOGRAFIA CERCANSI!

Ciao mondo fotografo, amico nonviolento del nostro blogghe!

Stiamo organizzando un progetto per la presentazione di una piccola mostra fotografica inerente al tema della NonViolenza.

Chiunque si volesse unire a questa iniziativa è il benvenuto. Appassionati di fotografia, fotografi, fotografie ripescate in angoli impolverati che secondo voi potrebbero fare al caso nostro, ignoranti di fotografia che vogliono comunque mettere a disposizione un pò del loro tempo. Tutti e tutte:)

olè! come dicono i più cool: CONTATTATECI, CONTATTATECI, CONTATTATECI!:D

mercoledì 28 novembre 2007

SE CI FOSSE UN UOMO



Vi proponiamo oggi il testo della canzone "Se ci fosse un uomo" di Giorgio Gaber, della quale ci siamo innamorati al primo ascolto. La nostra reazione, tra incredulità e ammirazione profonda, è stata quella tipica della scoperta. La scoperta che Gaber fosse un umanista, pur non essendone probabilmente consapevole, ci ha riempiti di entusiasmo e animati di una forza ancora maggiore.
Ecco a voi, dunque, la colonna sonora di BolognaNonViolenta.


Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.

Se ci fosse un uomo
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell'odiare l'arroganza
di chi esibisce una falsa coscienza
forte nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
se ci fosse un uomo.

Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.

Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da una smania vuota che sarebbe vita

se ci fosse un uomo...

Allora si potrebbe immaginare
un umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo.

Col desiderio
che in una terra sconosciuta
ci sia di nuovo l'uomo
al centro della vita.

Allora si potrebbe immaginare
un neo rinascimento
un individuo tutto da inventare
in continuo movimento.

Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l'uomo.

Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato ????t?da corpi e da anime gioiose
che sanno entrare di slancio
nel cuore delle cose.

Popolato di fervore
e di gente innamorata
ma che crede all'amore
come una cosa concreta.

Popolato da un uomo
che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.

Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.

Popolato da chi crede
nell' individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.

Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.

Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal punto zero

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da chi é certo
che la donna e l'uomo
siano il grande motore
del cammino umano.

Popolato da un bisogno
che diventa l'espressione
di un gran senso religioso
ma non di religione.

Popolato da chi crede
in una fede sconosciuta
dov'é la morte che scompare
quando appare la vita.

Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso.

martedì 27 novembre 2007

IL VOLONTARIO

Quella che vi proponiamo di seguito è la lettura di un commento espresso da Silo durante una pausa di gruppo, a Città del Messico, l'11 ottobre 1980.

Divertente e incisivo, descrive la figura del "Volontario" che costituisce la struttura portante tanto del Movimento Umanista quanto del Coordinamento per la NonViolenza. Una sorta di "Ma chi ce lo fa fare?" che, tra ironia e serietà, spiega quale sia il sentire che sta alla base dell'agire come volontari non remunerati.

"Sembra che molte persone che lavorano nel nostro Movimento abbiano, per così dire, dei precedenti, nel senso che hanno alle spalle esperienze di volontariato di vario genere (non di volontarismo, che è ben altra cosa). In effetti sembra esserci tra di noi una grande quantità di assistenti sociali, di infermiere, di maestri, cioè di persone che, pur svolgendo un’attività remunerata, non paiono sentirsi veramente ricompensate dal denaro che ricevono per il loro lavoro. Indubbiamente, se venissero pagate male, protesterebbero più di altre per essere pagate meglio; ma la spinta che sta alla base delle loro attività non si ferma in loro stesse ma va oltre, va verso gli altri; solo in un secondo momento, per via dei problemi quotidiani che tutti conosciamo, apparirà il bisogno di essere pagate. Questo, d’altra parte, è naturale, dato che non camperanno certo d’aria! Ma che cosa vogliono dirci queste persone che, per quanto mal pagate, continuano a dedicarsi all’insegnamento? E queste altre che lavorano come assistenti sociali, che se la passano organizzando attività da cui nessuno sa che cosa ricaveranno? Pare proprio che nel nostro Movimento ci siano tantissime persone che provengono da esperienze di questo genere... C’è quello che ha organizzato un circolo di quartiere, quell’altro che da ragazzo ha messo in piedi non so che associazione... Sono proprio persone di questo tipo che, una volta entratevi, si dedicano in prima persona a far funzionare il nostro Movimento, ad organizzarne le attività. Per altri non è così: arrivano tra noi in altre condizioni, cercando altre cose; presto però comprendono il significato del nostro lavoro e finiscono anch’essi per attivarsi. Dunque sono molti quelli che si mettono in cammino con noi ricavando un senso dal nostro lavoro e trovandovi una giustificazione interiore. Certo, all’inizio si muovono secondo le tendenze che già avevano e facendo ricorso all’esperienza acquisita in precedenza in altri campi. Si tratta di un fatto ben osservabile, gli esempi non mancano. [...]
Ma com’è possibile che esistano persone che agiscono disinteressatamente, senza curarsi di un rendimento immediato delle loro azioni? Di che fenomeno si tratta? Cosa c’è nella loro testa che li fa agire in un modo tanto strano? Dal punto di vista di una società consumistica, infatti, questo è un comportamento atipico. Chiunque sia nato in una struttura sociale consumistica, chiunque vi sia stato educato, chiunque vi sia cresciuto subendone l’influenza e la propaganda, tenderà necessariamente a vedere il mondo in termini di nutrimento personale.[...]
Così sono organizzati tutti i sistemi, qualunque sia il loro segno politico. Al loro centro c’è sempre lo stessa cosa: consumare.
E così la gente diventa nevrotica. Ma è logico che lo diventi. Esistono due circuiti, uno d’entrata ed uno d’uscita: se quello d’uscita si blocca, necessariamente sorgeranno dei problemi. Ma ormai praticamente tutti sono caduti in questa trappola del ricevere; e proprio perché l’ideologia del ricevere si è estesa dappertutto, non si riesce più a capire come possano esistere delle persone che fanno delle cose senza ricevere nulla in cambio. Dal punto di vista dell’ideologia del consumismo si tratta di un comportamento che desta profondo sospetto. Perché mai qualcuno dovrebbe darsi da fare senza essere adeguatamente remunerato? In realtà un tale sospetto denota una pessima conoscenza dell’essere umano: infatti chi lo nutre ha compreso il significato dell’utilità del proprio fare solo in termini di denaro e non sa che esso può avere un’utilità vitale, un’utilità psicologica. A questo proposito ricordatevi che non mancano persone che hanno raggiunto un elevato livello di vita (con i problemi del lavoro, della salute, della vecchiaia o della pensione risolti) e che nonostante questo finiscono per buttarsi dalla finestra oppure passano tutto il loro tempo ubriache o drogate, oppure ammazzano il vicino di casa.
Noi pubblicamente rivendichiamo qualcosa di disprezzato. Rivendichiamo persone come il pompiere volontario che di notte si precipita fuori dal letto perché non lontano c’è una casa in preda alle fiamme. Il pompiere volontario che rapidamente si infila i vestiti, si mette l’elmetto, esce di corsa, va a spegnere l’incendio; e quando torna a casa (alle sei del mattino: pieno di fuliggine, bruciacchiato, ferito) magari trova la sua mogliettina adorata che gli scaraventa i piatti in faccia urlando: “Quanto ti pagano per tutto questo? Arriverai tardi al lavoro, ti farai licenziare e la nostra famiglia andrà a rotoli per colpa delle tue stranezze!” E quando cammina per strada, lo segnano a dito dicendo di lui: “Sì, quello è il pompiere volontario”. Una specie di idiota a paragone degli altri che sono così soddisfatti di se stessi che magari un giorno si buttano dalla finestra. Normalmente i pompieri volontari non si buttano dalla finestra. Con questo intendo dire che essi, a modo loro, empiricamente, hanno trovato nel mondo un punto di applicazione della loro energia. Ma non solo hanno imparato a scaricare catarticamente tale energia impegnandosi in determinate attività (cosa che fanno anche gli altri, con lo sport, i comportamenti violenti o con moltissime altre operazioni), hanno anche imparato a fare qualcosa di infinitamente più importante: dare un significato proprio, interiore, al mondo. Essi, cioè, svolgono in forma empirica quelle operazioni che noi chiamiamo “trasferenziali”. Con la loro attività portano nel mondo dei contenuti interiori che essi stessi hanno creato, invece di rispondere agli stimoli in modo convenzionale. C’è una grande differenza tra chi è obbligato a fare determinate cose per le quali in seguito verrà pagato e chi si esprime nel mondo esterno plasmandovi volontariamente contenuti interiori che forse non sono del tutto chiari nemmeno a lui stesso; contenuti che a volte tenta di esprimere con parole come “solidarietà”, senza intendere però quale sia il profondo significato di questa parola. Direi di più: questo povero volontario (che ogni volta che torna a casa viene ricevuto a piatti in faccia e messo in ridicolo) finirà per convincersi di essere davvero una specie di stupido e si dirà: “Lo sapevo, a me succede sempre così”. Per non parlare poi del caso in cui, invece che di un volontario, si tratti di una volontaria: caso che, in questa società, risulta tuttora molto più grave.
Di questo passo i volontari finiscono per sentirsi umiliati e così il sistema prima o poi riesce ad inghiottirli; ma questo succede perché nessuno ha spiegato loro come stiano le cose. Essi sanno di essere diversi dagli altri ma non riescono a darsi una spiegazione di quel che fanno. Infatti se li prendiamo da parte e chiediamo loro: “Allora, spiegateci un po’ che cosa ci guadagnate”, iniziano a balbettare ed a scrollare le spalle avviliti, come se avessero qualcosa di vergognoso da nascondere. Nessuno ha chiarito loro le idee, nessuno li ha forniti degli strumenti necessari per spiegare a se stessi e agli altri la ragione per la quale offrono al mondo l’enorme potenziale di cui dispongono senza aspettare alcun compenso per sé. Il che, evidentemente, è davvero straordinario."



venerdì 23 novembre 2007

LASCIARE UN COMMENTO DOPO IL BIP!

Salve navigatori!
Ci scusiamo tanto ma abbiamo scoperto solo ora che i commenti erano attivi solo per utenti con una account google.
SORRY!
Adesso sono finalmente impostati in modo che anche chi non è registrato possa esprimere un proprio pensiero su questo blog.
I commenti sono assolutamente bene accetti perchè tramite essi speriamo di riuscire ad attivare discussioni, misurarci con la diversità d'opinione, dare spazio anche a chi geograficamente non ha modo di aiutarci materialmente.
Invitiamo solamente, tutti, a fare un uso il più intelligente possibile di questo mezzo di comunicazione e ad evitare i commenti completamente anonimi in quanto la libertà di pensiero è qualcosa in cui crediamo molto e, tramite la firma, questa libertà può trovare una applicazione, seppur superficiale.
Dunque...Che aspettate?
Lasciate un messaggio dopo il bip!

giovedì 22 novembre 2007

BROCHURE INFORMATIVA

Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte a tutti i non violenti sintonizzati sulle nostre frequenze.
Qui di seguito vi postiamo la brochure informativa realizzata da alcuni di noi (che si meritano un Clap Clap Clap) nella quale potete trovare maggiori informazioni sul Coordinamento per la NonViolenza, i suoi obiettivi, i progetti avviati e le modalità di partecipazione.
Vi starete chiedendo: "Lo hanno scritto per i criceti???"...Ma no, no...Basta cliccare sulle immagini per avere una risoluzione a prova di occhio umano;)
E si! Perchè fermarsi alle apparenze non appartiene al nostro modo di guardare alle cose...
Meno poeticamente, perchè non siamo riusciti a pubblicarlo direttamente più grande!
Un saluto a tutti.







mercoledì 14 novembre 2007

Presentazione Coordinamento Mondiale per la Non Violenza

MARTEDI' 20 NOVEMBRE 2007
ore 19, Bar EXODUS
Via Irnerio, angolo Via Borgo San Pietro, Bologna


RIUNIONE INFORMATIVA SUI DIVERSI PROGETTI AVVIATI NELL'AMBITO DELLA NON VIOLENZA.
Vi invitiamo a partecipare numerosi, individui ed associazioni, per interscambiare idee e opinioni su questi temi che, oggi, sono più attuali che mai.



venerdì 9 novembre 2007

La Violenza

1. Quando si parla di metodologia di azione in riferimento alla lotta politica e sociale si allude spesso al tema della violenza. Ma vi sono questioni preliminari a cui questo tema non è estraneo.

2. Fin quando l’essere umano non avrà costruito una società pienamente umana, cioè una società nella quale il potere sarà detenuto dalla totalità sociale e non da una parte di questa (con la sottomissione e la reificazione dell’insieme), qualunque attività sociale si realizzerà sotto il segno della violenza. Perciò, quando si parla di violenza bisogna chiamare in causa il mondo istituito; e se a questo mondo si oppone una lotta non violenta, si deve mettere in evidenza, in primo luogo, che un atteggiamento non violento è tale perché non tollera la violenza. Quindi il punto non sta nel giustificare un determinato tipo di lotta, ma nel definire le condizioni di violenza che questo sistema inumano impone.

3. D’altra parte, confondere non violenza con pacifismo porta ad innumerevoli errori. Mentre la non violenza non ha bisogno di giustificazione in quanto metodologia d’azione, il pacifismo ha bisogno di stabilire quali fatti possono avvicinare od allontanare la pace, intesa come stato di non belligeranza, e di dare ad essi il giusto peso. Per questo il pacifismo tende ad occuparsi di un tema come quello del disarmo ed a farlo diventare la priorità essenziale di una società, quando in realtà la corsa agli armamenti costituisce un caso di minaccia di violenza fisica che deriva dal potere istituito da una minoranza che manipola lo Stato. Sia chiaro, il tema del disarmo è d’importanza capitale; ma il pacifismo, che si appella all’urgenza di questo problema, non potrà modificare il contesto della violenza neanche se le sue richieste venissero accolte, e di certo, non potrà arrivare a formulare, se non artificiosamente, alcun discorso di trasformazione della struttura sociale. E’ anche chiaro che esistono differenti modelli di pacifismo e differenti basi teoriche all’interno di tale corrente, ma in tutti i casi essa non è in grado di presentare una proposta di portata più vasta. Se disponesse di una visione del mondo di più ampio respiro, saremmo sicuramente in presenza di una dottrina che include il pacifismo. In tal caso dovremmo discutere i fondamenti di tale dottrina prima di accettare o rifiutare il pacifismo che da essa deriva.


Silo

mercoledì 7 novembre 2007

finally on myspace:)

Siamo anche su MYSPACE!!!
Comprendiamo infatti la forza comunicativa di internet e, seppur lentamente ed in base ad una spesso insufficiente conoscenza dell'html (l'html il terribile!), cerchiamo di metterci a vostra disposizione attraverso più canali possibile.
Cercateci, dunque, aggiungeteci tra gli "amici"; attendiamo vostre riflessioni, commenti, critiche.
Take care.